In queste rilassanti giornate milanesi, archiviati per qualche tempo i viaggi in mete lontane, riaffiorano i ricordi di estati passate. Da un po' di giorni mi ritornano in mente le immagini di una delle aziende vitivinicole più spettacolari mai viste.
Siamo in Argentina, nella provincia di Salta, ai piedi della cordigliera delle Ande. Più precisamente nell'alta valle di Calchaqui, a circa 2000 metri sopra il livello del mare.
Bodega Colome', di proprietà della famiglia elvetica Hess, che ha rilevato l'azienda nel 2001.
Per arrivarci abbiamo percorso, dalla strada principale, una trentina di chilometri di sterrato incontrando solo giganteschi cactus, i cardones. E' incredibile che si possa produrre vino da queste parti.
E' invece e' tutto vero. In mezzo al paesaggio desertico, ad un certo punto si apre una vera e propria oasi e il terreno si ricopre di vigne. La tenuta e' splendida. Non resta che entrare.
Siamo tra le vigne più alte del mondo. Arrivano fino a 3000 metri di quota, solo in Tibet, forse, si trovano vigneti più in alto. Siamo emozionati. La realtà qui supera ogni aspettativa.
Proseguendo la visita niente ci sembra poi cosi impossibile. Le condizioni climatiche sono buone, la temperatura non supera mai i 30-35 gradi, c'è sempre una buona ventilazione e l'altitudine elevata contribuisce all'ideale concentrazione di polifenoli senza compromettere l'acidità.
Degustiamo i vini sotto un meraviglioso porticato con vista sulle vigne, accompagnati da salumi e formaggi.
I vitigni tipici della zona sono due.
Il Torrontes, un vitigno a bacca bianca che - riporto letteralmente il commento di Mauro al primo assaggio - "sembra un moscato secco, in Italia avrebbe un gran successo!".
Il Malbec, che non ha bisogno di commenti.
I vini degustati (con indicazione dei nostri abbinamenti):
Torrontes, da omonimo vitigno, 13,7% alcol, di gran lunga il più elegante tra tutti quelli assaggiati in zona, abbinato con queso.
Misterioso, sauvignon blanc semillon e Torrontes,13% alcol, in cui spicca il naso vegetale, su tutti la foglia di spinaci. Ottimo, più che con il Torrontes in purezza, l'abbinamento con il formaggio.
Malbec,15,7%, da vigne sopra i 2000 mt, risulta leggermente meno fresco delle aspettative ma con gradevole persistenza e corretta tannicita'. Abbinato a fiambres della Bodega.
Infine, sul primo gradino del podio, Amalaya, da uve Malbec, 14% alcol. Abbinato con cardero con calabaza. Non mi perdo in chiacchiere. Trascrivo semplicemente il commento di Mauro appuntato sul mio taccuino di viaggio: "il vino che ti aspetti di trovare in un film di Sergio Leone".
Per chi ama il vino, il pellegrinaggio una volta nella vita in questo posto dovrebbe essere d'obbligo. Andateciiiiiiiiii!!! E se poi, come noi, dopo la visita in azienda,ci si trovera' improvvisamente catapultati in una festa di paese (eravamo gli unici stranieri!), si capira' che giornate così rimarranno per sempre impresse nel libro della vita!
Impressionante quel cactus nel vitigno... Davvero suggestivo! Deve essere stato un viaggio incredibile!
RispondiEliminaSono stato in Argentina l'anno scorso. 4200km in due settimane, da Buenos Aires alla Cordigliera delle Ande, passando per La Pampa e un'altra "terra del vino": Mendoza. Viaggio straordinario per emozioni, paesaggi, calore della gente... Ma vedendo queste foto sono pentito di non essermi spinto più a Nord, fino a Salta, dove tutti mi dicevano che "non c'è niente"...
RispondiEliminaChe esperienza incredibile ...foto magnifiche...che voglia di
RispondiEliminapartire....
Che esperienza incredibile ...foto magnifiche...che voglia di
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