Sono passati quasi tre mesi da quel "pazzo" acquisto on-line: 9 bottiglie di Montevetrano, 9 annate consecutive dal 1996 al 2004. L'idea di tenermele è durata solo pochi giorni, per lasciare il posto alla voglia di condividere la gioia di aprire una serie di bottiglie così prestigiose.
Ed ecco allora un'idea ancora più pazza: mettere in piedi una serata fra amici ed appassionati (non più di una decina) per mettersi alla prova e degustare insieme.
9 vini in una sola serata sarebbero stati troppi e così ecco il "singhiozzo": una verticale in due serate ad annate alterne, prima le dispari e poi le pari...
Grazie all'aiuto di amici volenterosi (Matteo, Silvia, Adry, Gabriella), per un paio di sere ho potuto "giocare" a vestire i panni di relatore, in un viaggio meraviglioso fra le sfumature di questo straordinario vino campano, un IGT Colli di Salerno così composto: 60% cabernet sauvignon, 30% merlot, 10% aglianico.
In molti fra coloro che leggono mi hanno chiesto di raccontare del vino, ma stavolta credo davvero che quello che vi siete persi questa volta non lo troverete in una di queste 9 bottiglie.
Prima serata fra amici, con vini grandiosi, che fila via liscia. Tutto "perfettamente perfetto", alla faccia del "relatore" un po' teso e ingessato. Già mi frullano in testa idee per fare altre serate, perché alla fine - dico a me stesso e ai ragazzi - non sembra così complesso.
La seconda serata invece nasce male fin dalle prime battute: prima il rinvio per il maltempo, defezioni varie per i motivi più disparati, l'arrivo di una platea inedita, qualche bottiglia che appare un po' sottotono, presentazione powerpoint che mi si inchioda (anche se l'ho camuffata bene andando a braccio)... Forse avevo sottovalutato alcuni aspetti, forse non siamo (o "non sono", dato che ho voluto testardamente insistere sulla doppia serata) all'altezza di preparare eventi del genere. Vedo la gente "educatamente" contenta, ma forse non mi sembra abbastanza. Mi sento come quando da bambini si fanno le recite a scuola (quelle cose che aspetti e prepari per giorni...), guardi i genitori fra il pubblico e tutti applaudono... Ma ora che ho qualche anno in più, forse comincio a realizzare che quell'applauso o quel sorriso siano dovuti, più che sentiti...
Poi, per un attimo, i riflettori si spengono. E senza le luci, spariscono anche le ombre...
Mi estranio per un attimo e torno a capire che la magia del vino è tutta nella sua semplicità: 10 persone, molte delle quali mai viste fra loro, riunite intorno ad un tavolo su di una terrazza rinfrescata da una leggera brezza con un bicchiere in mano. Improvvisamente realizzo che in quelle due ore ci siamo dimenticati di essere a Milano, dello stress accumulato durante una lunga settimana di lavoro. Perfino la bottiglia (1 su 5) che sa un po' di tappo diventa un caso didattico, il metro di paragone per gli altri vini che ogni 10 minuti offrono nuove sfumature e sensazioni. Forse la bellezza di questa seconda serata sta tutta nel suo non essere "perfetta"... E nel sentirsi dire, da qualche "nuovo sconosciuto amico", che quello che non ha dato il vino l'ha trasmesso la passione di un bellissimo gruppo, quello con cui spero di organizzare presto un'altra serata... E chissà, magari sui riesling della Mosella o sui rossi dell'Etna. E magari ci sarete anche voi... In ogni caso, sempre e comunque in alto i calici e... Alla vostra !!!
dal quel dì sei diventato il mio relatore preferito!:) a quando la prossima?
RispondiEliminaMagari a luglio con i riesling... Sarai la prima a saperlo! ;-)
EliminaEcco uno di quei post che mi piace leggere nel nostro blog. Le emozioni per una volta hanno preso il posto delle note tecniche di degustazioni. E il "sapore" di queste due serate e' arrivato fino a qui. Prima o poi, Madda permettendo, riuscirò a venire ad una delle tue serate. E bravo Davide!!!!!
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