E' questa l'espressione che Simone (bravo, bravo, bravissimo come al solito :)!) ha scelto per identificare una corrente, sviluppatasi in Italia negli scorsi decenni, che ha dato ampio spazio ai vitigni internazionali, da cui, fra tutti, i tanto amati-odiati Supertuscan e che se da un lato ha fatto conoscere i vini italiani in tutto il mondo dall'altro ha comportato l'abbandono, in alcuni casi, dei vitigni autoctoni, vera ricchezza dell'enologia italiana.
Quindi, basta Supertuscan, basta merlot, cabernet e spazio e onore a magliocco, terrano, ciliegiolo, pelaverga, tintilia e cannonau.
Così, in sostanza, si è aperta la serata dei Rossi Autoctoni alla Ronchi ieri.
Grande livello, come al solito, e vini molto interessanti.
Ecco l'elenco completo dei vini degustati:
RispondiElimina- Verduno Pelaverga doc
Az. Ag. Reverdito
La Morra Cn
- Cannonau di Sanrdegna Taroni doc 2009
Az. Ag. Tondini Rolando
Calangianus OT
- Cariglio Valle del Crati Magliocco Igt 2010
Tenuta Lidia Matera
Montaldo Uffugo CS
- Terrano Carso doc 2008
Az. Ag. Zidarich
Prepotto UD
- Tintilia del Molise Sator doc 2008
Az. Ag. Cianfagna
Acquaviva Collecroce CB
- Ciliegiolo Maremma Toscana S.Lorenzo Igt 2004
Az.Ag. Sassotondo
Sovana GR
Io ero molto curiosa del Terrano. Vitigno autoctono del FVG, che cresce sull'arido e roccioso Carso e che a Trieste si beve di solite nel cosidette "osmizze". Generalmente il giorno dopo si accusano mal di testa e acidità di stomaco causa elevata acidità del vino stesso.
E l'acidità è rimasta anche nel vino di Zidarich, che pensando a cosa è in genere il Terrano mi viene da dire che ha fatto un mezzo miracolo ma resta eccessiva la componente acida e troppo debole il corpo. Ero dubbiosa sul fatto che il terrano potesse diventare un gran vino già quando lo bevevo in osmizza, e lo penso ancora.
Il Cannonau invece poi profumava di pesca... Non era "tipico" e per questo lo hanno scelto. In una serata dedicata a tutti vitigni pressochè sconosciuti mica potevano mettere il cannonau che tutti conosciamo??
Il mio preferito in assoluto è stato il Tintilia: vitigno speziato nell'uva anche senza passaggio in legno, con un bel tannino senza perdere la morbidezza...
Ah, tutte le degustazioni sono state abbinate a formaggi (robiola, pecorino e caciocavallo) e salumi (crudo di sauris, finocchiona e nduja) sotto la sapiente guida di Nicola che sta studiando all'ONAF...
(Lo so che avrei dovuto esser epiù precisa per Manlio e Augusto, ma forse Vale, Mauro e Silvia mi aiuteranno??)
Simone e Nicola questa volta hanno abbandonato alcuni tecnicismi senza per questo essere meno precisi e professionali. Io, personalmente, ho apprezzato molto!
A me è piaciuto molto, oltre la tintilia, anche il magliocco anche se mi rimane il dubbio che non fosse il vino indicato nella presentazione (la bottiglia mi sembrava avesse un altro nome...).
RispondiEliminaQuanto alla scelta di proporre in una serata di vini autoctoni più o meno sconosciuti un cannonau, seppure molto particolare (a mio avviso i sentori di pesca erano troppo spiccati sia al naso che in bocca..ho sentito dire un vino ottimo per fare la sangria!!),è comunque discutibile ma ci hanno spiegato che il vino destinato alla serata era un altro (il Cesanese del Piglio)..peccato non sia arrivato!
Sul terrano mi è piaciuta molto l'espressione di Simone....un sorbetto a metà degustazione!!!!