domenica 29 aprile 2012

Les cretes, crema viso anti age

Messa a letto la piccola Madda, finalmente riesco a sfogliare l'ultimo numero di Spirito diVino e mi imbatto nella pubblicità della crema anti età di Les Cretes. Sarà poco moderna ma un produttore di vino che si butta nel business delle creme anti rughe a me toglie la poesia...

martedì 24 aprile 2012

Franz Haas e Mazzon...non solo pinot

50 ettari e 300.000 bottiglie prodotte all'anno. Basta questa proporzione per far capire l'attenzione che Franz Haas riserva alla qualita'. Mentre Maddalena viene intrattenuta dalle gentili impiegate dell'ufficio vendite, noi facciamo la visita in cantina e abbiamo il piacere di incontrare Andrea, l'enologo che affianca Franz Haas. Ci fa assaggiare in anteprima Manna, un uvaggio di riesling, chardonnay, sauvignon e traminer. Non e' ancora la versione definitiva, ma poco ci manca. Il traminer al naso la fa ancora da padrone ma Andrea ci spiega che il riesling verra' fuori con il tempo...basta saper aspettare. Ci soffermiamo brevemente sulla scelta di usare i tappi a vite, sempre piu frequente tra i produttori dell'Alto Adige e sui diversi stadi di evoluzione dei vini rispetto a quelli imbottigliati con i tappi di sughero. All'uscita dalla cantina incontriamo anche Franz, che ci saluta con grande cortesia. Ci ricongiungiamo con Maddalena (che dopo aver distribuito sorrisi a tutti inizia a piangere solo alla vista di mamma e papà) e iniziamo a degustare la vasta gamma di vini proposti dall'azienda. Siamo a Mazzon, la zona più vocata dell'Alto Adige per il pinot nero. Ed e' proprio il pinot nero che su tutti mi impressiona, sia il base che il riserva(il pinot dedicato all'amico Schweizer, creatore delle belle etichette). Ma Franz Haas non e' solo pinot. Ce ne e' per tutti i gusti, persino un taglio bordolese per gli amanti del genere...L'azienda merita assolutamente una visita, per la qualita' dei vini proposti e per la piacevole accoglienza che viene riservata ai visitatori.

Quesito

Cari i miei lettori...ho un quesito!
Ho ricevuto in regalo una bottiglia di Rosso 2008 Fattorie Calcabrina che è uno spettacolo per confezione e bottiglia (e che non conoscevo prima di adesso).

Bottiglia di Rosso Fattorie Calcabrina (rende meglio dal vivo che in foto)

E' un'azienda biodinamica e nella confezione è indicato che fanno pochissimo uso di solfiti (solo il necessario) e che ne sperimentano di anno in anno quantità sempre più basse. Il 2008 ha i livelli più bassi mai provati da loro.

Ho contattato l'Azienda per sapere quando era consigliato aprirla e mi hanno indicato Novembre 2012...se riesco ad attendere.

Le uve non sono specificate nella bottiglie ma è detto che sono di monovitigno, che poi l'enologo mi dice essere Sagrantino (che non ho ancora mai assaggiato!!!!) ma che, non seguendo il disciplinare alla lettera, non lo può scrivere.

Ma veniamo a noi: ho una voglia matta di aprirlo ma attenderò Novembre, ma mi chiedevo se qualcuno lo avessse mai degustato. Posso rischiare di aprirlo in un'occasione speciale o - essendo biodinamico - meglio prima provarlo in una serata "meditativa"?

Grazie a chi mi consiglierà!

martedì 17 aprile 2012

Champagne pour femme!

Ieri sera incursione solo femminile al Wine Tip per la degustazione di 5 champagne alla cieca.
In concorso:
  • Krug Grande Cuvée
  • Roederer Cristal 2002
  • Dom Perignon 2002
  • Philipponnat Clos de Goisses 2000
  • Bollinger Grande Année 2002
A parte il Philipponnat che ci è sembrato maturo e il Bollinger con finale troppo troppo troppo citrino, una serata a champagne si fa sempre apprezzare e al Wine Tip non mi hanno (ancora) delusa :-).
La compagnia di Vale e Fede poi ha fatto il resto. Peccato per un paio di illustrissime assenze ma ci rifaremo alla primissima occasione!

Comunque, veniamo a noi: alla fine della degustazione mettiamo ai voti i  nostri preferiti. Ammessi un 1° e un 2° classificato per votante.

Ero sicurissima di aver indovinato il Krug vista la precedente degustazione verticale dell’AIS ed invece…the winner is… “Dom Perignon” per me e Fede che abbiamo classificato 2° il Cristal, piazzatosi in vetta alla classifica per Valentina.

Delle classicone insomma…
Cin cin!

giovedì 12 aprile 2012

Fatevi regalare un ... Solitario!

Il Solitario e' quello di Cascina delle Terre Rosse, un rosso di Liguria.

E se siete in zona, assaggiatelo direttamente in azienda, Vladimiro e Paola vi accoglieranno con grande cortesia. Il posto e' bellissimo . La cascina si affaccia sulle vigne terrazzate disposte ad anfiteatro. Il terreno e' argilloso (appunto terra rossa) e tra le vigne spicca il giallo del fiore di senape, con il doppio effetto di fertilizzante e insetticida, ci spiega Vladimiro.

Conversare di "vino"con Vladimiro e' un vero piacere, si spazia dalle tecniche francesi, al bio dinamico e al complesso tema del rapporto prezzo/qualità. La conversazione e' resa ancora più piacevole dall'assaggio dei suoi vini...si inizia con il pigato base, per passare all'Apogeo (pigato per il 30% fermentato in barrique) , alle Banche (pigato e vermentino) e arrivare infine al Solitario, granaccia al 40%, il resto rossese, barbera e merlot.

Dei bianchi ci colpisce la splendida sapidita', le vigne si trovano nel comune di Finale Ligure, a pochi km dal mare. E il sapore del mare si sente in ogni sorso.

Del Rosso ci piace tutto. Come e' nato, le scelte in vigna e in cantina di Vladimiro, la sua struttura e la sua eleganza. Il primo anno di produzione un importatore voleva comprare tutto il contenuto delle due sole barrique prodotte per destinarle al mercato giapponese. Un guadagno sicuro, prima ancora dell'imbottigliamento e della commercializzazione di un vino che era un'incognita. Vladimiro ha venduto una sola barrique. Almeno meta' del suo gioiello doveva essere degustato in Italia. Le barrique ora sono diventate quattro e non c'e intenzione di farle aumentare. Solitario e' un nome che vuole rappresentare da un lato il carattere di Vladimiro e dall'altro la preziosita' del vino.

C'e chi definisce il Solitario come un vino "fuori mercato" per essere un rosso ligure. Sarà anche fuori mercato ma e' bello sapere che produttori come Vladimiro se ne fregano delle leggi del mercato e continuano a produrre vino come piace a loro!

Rimane da assaggiare Acerbina, 100% lumassina, vitigno a noi finora sconosciuto. Ci lasciamo la degustazione a quando saremo a casa, insieme, magari, ad altri curiosi come noi.

Alla fine del nostro incontro, Vladimiro saluta Maddalena con dolcezza dandole l'arrivederci a quando, anche lei, avra' il bicchiere in mano. Noi pero' non vogliamo aspettare così tanto e di sicuro torneremo molto prima!

martedì 3 aprile 2012

29-3-2012 – I “B(IO)-WINES” CHE NON T’ASPETTI…

Serata misteriosa quella sui "B-Wines", organizzata dall’Enoteca Ronchi di Milano nella settimana del Vinitaly. Sulla pagina dell’evento pubblicata sul sito compaiono solo 3 dei 5 vini in degustazione, fra i quali campeggia un etichetta retrò, stile locandina anni Settanta: Le Pergole Torte. Ed il vino dell’azienda Montevertìne ha veramente segnato la storia dell’enologia italiana fin da quegli anni. Nel 1967 Sergio Manetti, dopo aver ristrutturato una fattoria a Radda in Chianti, pur producendo un sangiovese in purezza nel cuore del Chianti Classico, si sfila dal celebre Consorzio del Gallo Nero e crea uno dei capostipiti dei “Supertuscans”, poi fioriti in quegli stessi anni con Sassicaia (1968) e Tignanello (1970). Data la fama del vino, vi risparmio le mie lodi rimandandovi alle più autorevoli descrizioni in giro per il web, precisando solamente che si trattava di un 2008, eccellente ma che richiede ancora un paio d’anni in bottiglia.
Questo vino, da solo, valeva la serata (io mi sono iscritto appositamente…), ma devo ammettere che nonostante la mia diffidenza sui vini più o meno “bio”, Simone e Nicola hanno saputo stupirmi con altri vini di sicuro valore (soprattutto gli ultimi due):
- Cerasuolo 2007 (100% montepulciano), azienda Valentini. Edoardo Valentini è stato l’artigiano abruzzese del vino fin dagli anni Settanta: solo trebbiano e montepulciano in purezza, vinificati senza controllo di temperatura ed affinati in botte grande. Il Cerasuolo, terzo vino dell’azienda e spesso dimenticato, si presenta con un color mattone scarico che ti fa pensare ad un vecchio nebbiolo. Al naso libera toni pungenti di smalto e solventi, aprendosi lentamente su una piccola nota di piccoli frutti rossi, per poi tornare ad essenze eteree ad ogni piccolo movimento del bicchiere. In bocca entra rotondo ed alcolico, ma lascia il palato piacevolmente fresco, con note finali di ciliegie sotto spirito.
- Lagrein Riserva 2006, dell’azienda Nusserhof di Egna (BZ), nella bassa Valle Isarco. Heinrich Mayr è stato il primo produttore in Italia a puntare interamente sul biodinamico. Acciaio e breve passaggio in botti grandi di rovere di Slavonia (niente barriques, come vorrebbe l’ultima “moda” del lagrein), regalano un naso ricco di frutti di bosco e spezie dolci, anche se inizialmente nel bicchiere libera note selvatiche ed animali. Il sorso si rivela però di una freschezza tagliente, rivelando tannini (della buccia) che richiamano un ribes leggermente acerbo. Inadatto da solo, è sicuramente più redditizio in abbinamento a selvaggina (cervo, capriolo).
- Sabbie di Sopra il Bosco 2008 (45% pallagrello nero, 45% casavecchia, 10% aglianico) azienda Nanni Copè (Terre Del Volturno IGT, zona dell’alto casertano). Giovanni Ascione, giornalista e degustatore, autore di Bibenda e grande appasionato di Borgogna, nel 2007 ha comprato due ettari di terreno nella sua terra d’origine, salvando dall’estirpazione alcune vigne ultracentenarie (a piede franco) di casavecchia e pallagrello nero, coltivate ad alberata aversana ed alte 3-4 metri, per produrre 7.500 bottiglie di un vino che alla sua prima vendemmia ha ottenuto l’eccellenza da tutte le grandi guide enologiche italiane, ad un prezzo imperdibile (circa 26 Euro). Di un rubino denso, al naso è un vino misterioso, cupo, terroso, con sentori minerali, ferrosi ed a tratti sulfurei, dove esce lentamente la frutta rossa in confettura. In bocca è caldo ed avvolgente, da vero vino del Sud, pur rimanendo di una finezza sorprendente, con un tannino levigato da tonneaux da 5 ettolitri (rovere francese nuovo ma con una tostatura leggera ed impercettibile). Parafrasando un vecchio spot con Sofia Loren, una sola parola: ACCATTATEVILLO!!!
- Bricco Appiani 2004 (100% cabernet sauvignon) azienda Flavio Roddolo. Monforte d’Alba, vigneto con esposizione ottimale, terreni calcarei ricchi di marne blu. Cosa vorreste di più per produrre un grande nebbiolo? Piantati pochi ettari di cabernet sauvignon nel periodo della grande crisi del Barolo, Roddolo ha invece saputo creare un prodotto unico nel suo genere, che ha mantenuto un'eccellenza immutata nel tempo (Veronelli lo definì il miglior cabernet sauvignon d’Italia). Unisce le note erbacee del vitigno bordolese ad una bocca per nulla “ruffiana”, ma sorprendentemente tannica, gessosa e minerale, che rivela tutta la sua origine langarola nonostante l’affinamento in barriques ed un piccolo passaggio in botte grande. 2.700 bottiglie numerate ad un rapporto qualità/prezzo elevatissimo (circa 30 Euro!!!): se lo trovate, non fatevelo scappare! Ma apritelo fra un paio d’anni e, dato che è un cabernet sauvignon, magari qualcuno di voi si ricorderà di me stappandolo...
Alla vostra !!!