sabato 16 febbraio 2013

100 vini per l'Emilia

Non sono nemmeno le 5 di mattina quando il mio cellulare inizia a lampeggiare e vibrare sul comodino. Mi sveglio di soprassalto e quando leggo sul display il nome del chiamante penso che qualcuno dei miei amici a Ferrara ha alzato un po’ troppo il gomito ed è in vena di scherzi telefonici, magari al ritorno da una serata in discoteca. Poi le chiamate continuano… Alla terza telefonata mi alzo di scatto ma stavolta è mia mamma a chiamare: con un brivido freddo lungo la schiena inizio a mettere in moto strani pensieri e appena rispondo sento i miei che con voce terrorizzata urlano parole sconnesse… “Terremoto”, “siamo scappati fuori”, “si sono ribaltati i mobili”… Poi cade la linea. Non so quante decine di volte ho tentato di richiamare. In quel momento ho capito cosa prova un genitore quando nel cuore della notte aspetta lo squillo o l’sms del figlio che rientra a casa, solo che stavolta eravamo a parti invertite. Avrei voluto urlare, scappare fuori, chiedere aiuto, ma ero ospite di amici, a Pescara, e tutti stavano dormendo beatamente.

Quello stesso pomeriggio - ironia del destino… - ero stato fra le rovine del sisma, vicino a L’Aquila, con questo mio amico che è un Vigile del Fuoco, commentando come dopo due anni non fosse stato ricostruito nulla: ancora macerie e desolazione. Cerco notizie su facebook: leggo di chiese crollate, di strade chiuse, di interi paesi isolati… Poi finalmente riesco a sentire i miei genitori, poi mio fratello e qualche amico: solo spavento, nessuna conseguenza seria se non qualche credenza con piatti e bicchieri “della festa” frantumati a terra.

La mattina dopo la passo davanti alla tv, come in quel lontano ma indimenticato 11 settembre di oltre 10 anni prima. Solo che stavolta le immagini non sono quelle di torri e grattacieli visti solamente nei film: stavolta c’è il municipio di Sant’Agostino con un buco in mezzo, come se gli avessero tirato un missile… Quanti “appostamenti” in motorino con gli amici, lì davanti, a 14 anni… Ad aspettare le ragazzine che - all’epoca lo sapevano tutti - erano le più carine dell’Alto Ferrarese, da Cento a Ferrara…

Una settimana dopo ero lì, a Mirabello, per cercare di dare una mano. Ritrovare vecchi amici e compagni di scuola dopo 10, anche 15 anni, tutti lì, in fila indiana, a sgombrare gli edifici del Comune facendo la “catena umana” con i documenti salvati dall’archivio. Un bellissimo momento per ridere e stare tutti insieme nonostante quello che era accaduto… E sentirsi veramente parte di una comunità che, forse, non avevamo mai saputo valorizzare a dovere. Purtroppo poi il lavoro, gli impegni, la vita ti riporta al “tuo” quotidiano e torni a leggere le notizie del paese solo tramite i social network.

Ma proprio da questo senso di frustrazione, lontananza ed impotenza nasce l’idea di “100 vini per l’Emilia”. Un sabato mattina, durante una lezione del “Corso di viticultura” organizzato dall’AIS Milano, passeggiando tra i vigneti dell’azienda “La Stoppa”, nel piacentino, lancio la mia proposta alla Delegazione, che accetta senza battere ciglio, dandomi “carta bianca” su come strutturare questo banco d’assaggio benefico.

Sono trascorsi mesi, cercando su guide enologiche nazionali e regionali, blog e siti internet delle aziende, frequentando degustazioni ed eventi locali, visitando direttamente le cantine ed i produttori, per trovare quelli più “interessanti”. Requisiti: piccoli produttori (sotto le 100mila bottiglie annue prodotte), emiliani (quindi da Piacenza a Ferrara, escludendo la Romagna), produzioni che valorizzassero i vitigni autoctoni o comunque la tipicità del territorio, una certa originalità nelle metodologie di vinificazione. E ovviamente, pur secondo il mio gusto personale, un adeguato livello di qualità (che spesso si è affiancato a prezzi davvero interessanti).

Abbiamo fatto una pubblicità martellante con tutti ciò che potesse essere di impatto ma gratuito: via mail, facebook o semplicemente con il passaparola; abbiamo caricato e scaricato casse e casse di vino, apparecchiato tavoli, lucidato bicchieri… Insomma, preparato tutto nei minimi dettagli per la grande serata del 23 novembre scorso.

Successo di pubblico e di incasso (alcune migliaia di Euro donate interamente in beneficienza al Comune di Mirabello, paese dove sono cresciuto, per la ricostruzione delle scuole materne ed elementari), eppure a distanza di qualche mese esatto i ricordi più vivi che mi sono rimasti sono stati quelli arrivati dalla “terra” e dal “vino”. Ricordo le facce e la voce perplessa dei produttori che, di fronte al mio invito a venire a Milano (!) per presenziare ad un evento, hanno iniziato a preoccuparsi di come trasportare il vino, della distanza, della strada, dell’ “Area C” e di come avrebbero potuto raggiungere la sede, dato che loro non amavano spostarsi dai loro “feudi”. Ricordo le loro mani callose e consumate dal lavoro in vigna, che allungavano con ritrosia per stringere la mia quando, dopo essermi presentato via mail o telefono come semplice acquirente interessato ad assaggiare i loro prodotti, svelavo il mio intento di valorizzare le loro produzioni. Ricordo soprattutto il tono dispiaciuto di chi non ha potuto venire di persona alla serata, perché già impegnati in altri eventi (peraltro sorpresi proprio di aver ricevuto ben 2 inviti a due eventi diversi sul vino, loro che di solito non erano abituati ad uscire dal territorio) o perché semplicemente sono contemporaneamente contadini / enologi / potatori / venditori / custodi della loro terra, che non poteva essere abbandonata in un periodo così impegnativo. Ricordo infine la luce nei loro occhi orgogliosi, quando la gente si accalcava al loro banco chiedendo di assaggiare i loro vini, facendo domande e soprattutto complimenti per prodotti che non si pensava essere così interessanti. Quella luce non era il semplice riflesso del pur sfavillante salone del Westin Palace: era qualcosa che veniva da dentro… L’orgoglio di una terra ferita ma che ha saputo rialzarsi in fretta dopo quanto accaduto e - aggiungo io - che deve imparare a valorizzare e tutelare di più i propri tesori, facendo del turismo enogastromico un pilastro della sua rinascita e del suo sviluppo.

Per una breve recensione della serata vi rimando alla pagina dedicata all’evento sul sito di AIS MILANO, che trovate cliccando sul link seguente:
http://www.aismilano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1742:100-vini-per-lemilia&catid=1:recensioni&Itemid=277

Vorrei invece ringraziare tutti i produttori presenti con l’augurio e la volontà di ripetere presto un’esperienza di degustazione insieme:

· Podere Le Lame - Vernasca (PC)
· Croci Tenute Vitivinicole – Castell’Arquato (PC)
· Azienda Vitivinicola La Stoppa - Ancarano (PC)
· Azienda Agricola Denny Bini - Coviolo (RE)
· Azienda Acetovinicola Boni Luigi - Serramazzoni (MO)
· Tenuta Bonzara – Monte San Pietro (BO)
· Azienda Agricola Gradizzolo – Monteveglio (BO)
· Azienda vinicola Mattarelli – Vigarano Mainarda (FE)
· Acetaia Galati – Praticello di Gattatico (RE)
· Azienda Agricola F.lli Caretti – S. Giovanni in Persiceto (BO)

E parlando di degustazioni, con il 2013 vorremmo riprendere il filone delle degustazioni milanesi “ristrette” ma con vini “di nicchia”, autoctoni e difficilmente acquistabili in giro, che ho scovato girovagando qua e là per fiere, banchi d’assaggio e – ogni tanto – anche qualche bella visita in cantina… Stay tuned!!!

Arrivederci a presto quindi, ovviamente con un brindisi… Alla Vostra!!!

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