mercoledì 4 gennaio 2012

La professione dello champagnista

Durante questo periodo di ferie non potevano mancare alcuni interessanti incontri enologici.

Poco prima di Natale, io e Mauro accogliamo con entusiasmo l'invito dei proprietari dell'azienda La Spinetta per un aperitivo presso la storica cantina Contratto, la loro ambiziosa e affascinante ultima sfida. Siamo a Canelli, nel mezzo del Monferrato in una mattina di inverno e abbiamo subito la sensazione di respirare un'atmosfera anni settanta...

Arriviamo nella bellissima cantina di Contratto, una delle più belle visitate finora in Italia...e voi sapete bene quante io e Mauro ne abbiamo viste.

Mi piacerebbe, ma non mi dilungo a raccontare la tormentata storia dell'azienda e il percorso che l'ha portata fino a Giorgio Rivetti, l'attuale proprietario. Lo fa molto dettagliatamente il sito www.contratto.it che vi consiglio caldamente di visitare anche per rendervi conto, dalle immagini proposte, di quanto sia splendida questa cantina.

Mi limito, non potendo nemmeno soffermarmi sulla degustazione (con i miei micro assaggi di questo periodo di obbligata sospensione dell'attività di sommelier non mi permetto alcun tipo di commento) a raccontarvi l'incontro con Mauro, dipendente dell'azienda dal 1978, che ci ha accompagnato nella visita della cantina: lo champagnista. Un termine che ora non si può più usare in Italia dopo tutti i disciplinari e i protocolli internazionali? Vero, ma quando lui ha iniziato a lavorare per Contratto la sua professione si chiamava così e le bottiglie riportavano la dicitura Asti Champagne!!!

Il nome della sua professione sarà anche cambiato (ma qual e' ora?) ma Mauro continua a essere un esperto di remuage e di degorgement a mano. Il primo viene ancora praticato dall'azienda (per ora niente giro palette), il secondo solo per dimostrazione ai visitatori. La sua passione traspare dai suoi racconti e dal suo sguardo ed e' certo che Mauro rappresenta la storia dell'azienda. Mi piace pero' pensare che sarà, insieme ai proprietari, anche uno dei protagonisti della rinascita di questo storico marchio.

La visita, tra vecchie bottiglie, foto e macchinari dell'epoca lascia impresso il fascino della storia, ma quest'azienda si stava trasformando in uno splendido ma immobile museo. La sfida di Giorgio, sua moglie Anjia e tutta la loro squadra ora e' il presente e il loro entusiasmo e' vivo e tangibile e ce lo trasmettono nella splendida sala in cui ci deliziano con una degustazione di tutti i prodotti dell'azienda!

Quindi, occhio d'ora in poi all'inconfondibile rinoceronte de La Spinetta sul retro delle etichette delle bottiglie di Contratto!!!!

Torno a casa molto soddisfatta di questo bell'incontro e della meravigliosa ospitalita'. Mi rimane un po' la perplessità per una delle più belle cantine mai viste sul nostro territorio senza vigneti di proprieta' (le uve provengono dall'oltrepo). Un innaturale strappo con il territorio che fatico a metabolizzare. Mi auguro che la rinascita, magari nel lungo periodo, significhi anche valorizzazione del territorio...e...magari...un ripensamento sulle etichette...altro elemento, a mio avviso, da rivedere......

Ma lasciatemelo dire anche se so che potrò scatenare qualche critica...per fortuna e' arrivata la famiglia Rivetti prima dei russi che gia' si trovavano in zona.....








2 commenti:

  1. Brava Valentina. Coinvolgente descrizione, quasi uno spot. Necessario e utile perché nella mia profonda ignoranza attribuivo alle produzioni Contratto una collocazione medio bassa. Adesso ho la curiosità della scoperta. E comunque è indubbio che andare in cantina è la chiave di volta per capire da dove arriva la competenza, cosa che non sempre l'enologo, anche se bravo, riesce a a darci.

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  2. Grazie Vale, il tuo contributo da super reporter e' sempre apprezzatissimo!
    Alla prossima Cherie.

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