lunedì 16 luglio 2012

Verdicchio forever. Nel vino l'abito non fa il monaco!

Abbiamo seguito le indicazioni del navigatore ma, confesso, arrivati in questo cortile, tra roulotte in disuso e motorini a terra, credevo proprio di aver sbagliato indirizzo.

L'indirizzo pero' e' quello giusto e lo conferma subito l'arrivo di Lucio Canestrari, titolare dell'azienda Fattoria Coroncino.

La cantina, non ce ne voglia Lucio, segue un po' lo stile del cortile ma ciò che attira subito l'attenzione e' la quantità di premi vinti.
E, precisa Lucio, tutti i suoi vini, a turno, prendono i punteggi più alti di tutte le guide. Non un prodotto di punta e di nicchia, quindi, ma tutto il lavoro dell'azienda raggiunge i massimi livelli ogni anno.

Chiediamo a Lucio il segreto. Nessuno, ci dice. Solo lasciare lavorare la vigna e non fare sciocchezze in cantina. Unica regola fondamentale: il buon senso e il rispetto della natura senza etichettature. 

Ottimi tutti i Verdicchi: assaggiamo il Coroncino, il Gaiospino, (il Bacco, ahinoi, era finito!) e il Gaiospino fume' (mosto di uva gaiospino posto a fermentare in botti di rovere e lasciato maturare sui lieviti per due anni).
Da ricordare anche il passito, il Bambule', 100% Verdicchio con appassimento delle uve in pianta. Curioso lo Stacacio, uve Verdicchio incrocio Bruni (VerdicchioxRiesling).


Lucio e' un personaggio, schietto e simpatico. La visita e'stata divertente anche se ce ne andiamo un po' confusi.  E' realmente tutta una questione di terroir o Lucio non ha voluto svelarci i suoi segreti?

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