mercoledì 4 luglio 2012

Vini campani: autoctono è bello... E pure buono! (2a parte)

Dove eravamo rimasti?!? Ve lo ricordate o vi serve un indizio? Siamo su "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno"... No, non siamo ne I Promessi Sposi... Ma a Civate (LC), ad assaggiare i vini autoctoni campani! E stavamo per passare ai rossi, con la promessa di regalarvi qualche spunto che non fosse il "solito" aglianico...
Partiamo dal pallagrello nero, rigorosamente in purezza: prima provando il base 2009 dell'azienda Vestini Campagnano e poi, ritornando da Terre del Principe, si sale ad ottimi livelli con l'Ambruco 2009, sorprendente per struttura e per una persistenza davvero incredibile su note di liquirizia e ginepro, tanto che - ahimé con grande sacrificio... - sono costretto a fare una pausa ricorrendo agli assaggi di formaggi brianzoli... 
Proseguo la mia ricerca di stranezze imbattendomi nel Marsiliano 2008, un IGT Campania prodotto nella zona dei Campi Flegrei dall'azienda La Sibilla, che da alcuni anni si batte per la sperimentazione e la riscoperta di antichi vitigni autoctoni. In questo vino, ad esempio, troviamo un uvaggio a base di marsigliese (70%), olivella (20%) e piedirosso (10%). Il naso minerale rivela il suolo vulcanico, con richiami ferrosi - quasi di sangue e ruggine - e di terriccio bagnato, cedendo nel finale il passo a note floreali di rosa e geranio a fine maturazione, quindi a cespugli di macchia mediterranea. In bocca sorprende per la grande finezza ed eleganza del frutto, anche grazie ad un tannino che si percepisce leggermente in sottofondo, ben levigato dall'uso della barrique.

Marsiliano 2008 - Azienda La Sibilla (Campi Flegrei) 

Scorgo quindi un banco con il "mio" Montevetrano, ma sorseggiare il 2009 si rivela un infanticidio... A fianco, però, trovo un altro jolly targato Colli di Salerno IGT: Borgo di Gete 2008, vinificato con uve tintore (100%) dall'azienda Reale, un produttore "bio" della zona dei Monti Lattari, in Costiera Amalfitana. Il colore, di un purpureo intensissimo, giustifica pienamente il nome del vitigno, suggerendo, anche al naso, una spremuta di more, mirtilli, viole, con una spruzzata finale di pepe nero. Grande consistenza e pienezza in bocca, che richiama la frutta chiudendo con grande persistenza su note di cioccolato fondente e tabacco dolce da pipa. Pochissime bottiglie (circa 2.000 / anno) per un prezzo al sotto dei 20 Euro: segnatevelo!
Chiudo infine con una piccola "trasgressione" alla regola del "niente aglianico"... Si tratta del Kapnios 2006 di Masseria Frattasi, un aglianico vinificato in appassimento secondo il metodo utilizzato per l'amarone, di cui ricorda pienamente anche le sensazioni gustative. Grande curiosità, ma il prezzo decisamente non per tutte le tasche (oltre 70 Euro) lascia un po' l'amaro in bocca, in tutti i sensi... Che sia colpa di questo appassimento anomalo?
Nel dubbio mi consolo con gli altri vini... Alla vostra!!!

Vi lascio anche un piccolo souvenir video per rendere omaggio a quanto organizzato dai colleghi dell'AIS Lecco in questa magnifica cornice artistica:
http://www.youtube.com/watch?v=eyxHQUj_MX0&feature=plcp

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